Mi ero appena svegliato nella mia camera d’albergo. Era una giornata fredda e umida. Una delle peggiori in quello schifo di ghetto. L’umido violentava le ossa provocando dolore. Scostai le coperte e presi il pacchetto di sigarette sul comodino e accesi una Chesterfield. Mi aspettava una giornata lunga e stancante. Cominciai a nascondere alla mia mente il terribile compito che quella mattina dovevo portare a termine. Solo le mie mani dovevano conoscerlo ,il resto del mio essere doveva rimanerne all’oscuro. Mi vestii velocemente, ero in ritardo! Cazzo!. Quell’essere mi aspettava e rischiavo di morire se non mi presentavo in orario. Stavo per uscire quando la porta della stanza non voleva saperne di aprirsi. PUTTANA APRITI urlai ma non mi rispose. Tentai di chiamare quel coglione dell’albergo che la sera prima mi aveva creato problemi con la stanza ma neanche lui rispose. Nulla cominciò a funzionare in quella stanza che puzzava di piscio. C’era anche un buio angusto, la stanza voleva essere illuminata dalla luce del sole. Alzai le tapparelle e rimasi sconvolto, era murata. Rinchiuso in quella stanza cominciai a uscire pazzo, pazzo. La temperatura cominciò a salire e tutto prese fuoco. Il mondo intorno a me ardeva, le fiamme avevano fame della mia carne, sete del mio sangue. Improvvisamente tutto divenne bianco tutto. E lì ancora sono nel Bianco infernale.
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RispondiEliminaBravo davvero un bel racconto, continua così ke diventerai uno scrittore di libri gialli!!!
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